Comunicato stampa
Il riuso pilastro dell’economia circolare
Conclusa la due giorni internazionale sul riuso. Alessandro Stillo eletto nuovo presidente di Rete ONU: “Torino può diventare ancor di più terreno di sperimentazione sociale ed ambientale. Qui si parla della vita vera di centinaia di miglia di persone”
Due giorni intensi di confronti, relazioni e scambi a Torino sul tema del riuso. Il 13 giugno si è svolta l’assemblea nazionale di Rete ONU, l’Associazione Nazionale degli Operatori dell’Usato che riunisce i principali operatori e organizzatori italiani dei mercati storici e delle pulci, delle fiere e delle strade, delle cooperative sociali, delle cooperative di produzione lavoro del terzo settore, delle botteghe di rigatteria e dell’usato e dei negozi in conto terzi. Durante l’assemblea sono stati rinnovati gli organi dell’associazione ed è stato eletto come presidente Alessandro Stillo dell’associazione Vivibalon che a Torino organizza e gestisce i mercati del libero scambio attraverso il progetto Barattolo, gli unici mercati ufficiali in Italia che permettono ai “recuperatori informali” di proporre al pubblico beni e oggetti attivando un circuito virtuoso di economia circolare. (Video)
Il clou della due giorni, che ha visto Torino come punto di riferimento internazionale sulle tematiche legate al riuso, è stato l’incontro di giovedì 14 giugno denominato “Le mille forme del riuso: esperienze internazionali a confronto”. A dare il la alla discussione è stato il trash mob organizzato dalle Sentinelle dei Rifiuti che, attraverso l’analisi del contenuto di un cassonetto stradale dell’indifferenziato, ha evidenziato quanto una cattiva gestione dei rifiuti fa letteralmente “gettare nel bidone” milioni di euro ogni anno (con una stima di 10 milioni di euro per la sola città di Torino) in oggetti che avrebbero un valore nel mercato del second hand e del riuso. Tra i partecipanti, oltre alle principali realtà di Rete ONU e di quelle torinesi del Tavolo del Riuso, il confronto ha visto la partecipazione dello spagnolo Pablo Rey Mazón di Globalrec (Global Alliance of Waste Pickers – che riunisce i raccoglitori informali di tutto il mondo e propone la strategia Rifiuti Zero in tutto il mondo come valida alternativa socioeconomica per i settori informali ed emarginati della popolazione), Samuel Le Coure di AMELIOR Association (l’unica realtà francese che a Parigi raggruppa e rappresenta i raccoglitori informali per un riconoscimento ufficiale della categoria), l’Assessore all’Ambiente Alberto Unia e il Presidente della Commissione Ambiente Federico Mensio rappresentanti del Comune di Torino, unico in Italia che da tempo ha avviato politiche volte al riconoscimento e valorizzazione delle figure dei recuperatori informali e della loro economia.
Per Alessandro Stillo, neo presidente di Rete ONU, “Siamo davanti ad un pezzo reale di economia circolare. La tendenza per il futuro deve essere quella di rendere risorsa tutte le situazioni in cui le persone e gli enti che, attraverso il riutilizzo, danno il loro contributo alla riduzione del consumo di risorse naturali lo possano fare in un quadro normativo aggiornato e rispondente alle esigenze di questo pezzo importante del tessuto sociale che consente oggi, senza alcun aiuto e riconoscimento, la riduzione di centinaia di miglia di tonnellate di rifiuti. Torino – conclude Stillo – può diventare ancor di più terreno di sperimentazione sociale ed ambientale. Il percorso delle aree di libero scambio è già da tempo guardato come modello da replicare nel resto d’Italia e a livello internazionale come hanno testimoniato Pablo Rey e Samuel Le Coure con i quali abbiamo voluto condividere questo momento di riflessione sull’economia informale e sui percorsi da intraprendere per far emergere questo settore”.
“Parliamo di rifiuti, di riciclo e di economia circolare. Queste attività come vengono svolte – ha commentato l’Assessore Alberto Unia – hanno una valenza sociale molto forte. Quindi non possiamo fare un percorso dove le istituzioni lavorano soltanto sulla parte legata ai rifiuti, bisogna fare un forte lavoro di sensibilizzazione per modificare la percezione che le persone hanno su questo tipo di attività”.