LA RETE NAZIONALE DEGLI OPERATORI DELL’USATO
La storia di Rete Onu
Il 22 Novembre 2011 gli operatori e gli organizzatori dei mercati storici e delle pulci, delle fiere e delle strade, delle cooperative sociali, delle cooperative di produzione lavoro che lavorano nel sociale, delle botteghe di rigatteria e dell’usato e dei negozi in conto terzi si sono costituiti in un’unica grande associazione, la Rete ONU (Rete Nazionale Operatori dell’Usato).
Un comparto produttivo che conta almeno 50.000 operatori, 80.000 persone impiegate e un volume di scambi in continua crescita.
É un settore che crea opportunità di lavoro, assorbimento sociale ed opportunità di consumo a basso costo, riduce significativamente lo spreco, esalta l’attenzione verso la qualità, conserva e rinnova nello scambio di cose appartenenti ad altre epoche la cultura materiale e la diffusione del sapere tra le generazioni, ridà corpo e senso allo scambio gratuito che è presente nella catena di distribuzione, rappresentando un autentico antidoto ai guasti della crisi economica e sociale che stiamo attraversando.
Il settore dell’usato evita il conferimento in discarica di ingentissimi volumi di potenziali rifiuti. In base a studi a campione compiuti da Occhio del Riciclone e alla comparazione con altri studi europei, si stima che tra il 5% e il 10% dei Rifiuti Urbani sia potenzialmente riutilizzabile, e che il raggiungimento dell’intero potenziale sia possibile e pensabile solo grazie all’applicazione della preparazione al riutilizzo e alla distribuzione all’ingrosso agli operatori dell’usato.
L’ultima direttiva europea sui rifiuti, la 2008/98, recepita dall’Italia con il Decreto Legislativo n°205 del 3 dicembre 2010, obbliga gli Stati membri a introdurre il Riutilizzo nei Piani di gestione dei rifiuti a partire da obiettivi chiari e appoggiandosi alle “reti locali già esistenti”. Scioglie infine il nodo che finora ha impedito di riusare i beni già entrati nel circuito della raccolta, permettendone il ritorno in circolazione dopo la “Preparazione al Riutilizzo”, ovvero controllo, igienizzazione ed eventuale riparazione, e senza nessun altro trattamento.
La recente attenzione normativa in materia di riuso è ancora un timido affaccio su un mondo che, nonostante il suo radicamento popolare, non ha mai incontrato l’attenzione del legislatore, piuttosto incline ad assimilarne le regole ad altri comparti, o a lasciare veri e propri vuoti normativi, riempiti su scala locale con provvedimenti atti a salvaguardare salute e ordine pubblico, piuttosto che volti a considerare tali attività come portatrici di sviluppo, e di benefici ambientali e sociali.
Eppure il riutilizzo, secondo le linee comunitarie, è uno dei settori guida per il rilancio economico dell’Europa. Il vuoto normativo esistente in materia affligge oggi l’intero comparto degli operatori dell’usato, impedendone il riconoscimento specifico, e quindi lo sviluppo di un’attività che offre al Paese esternalità positive sui terreni dell’ambiente, della cultura, dell’occupazione e dell’avviamento al lavoro dei soggetti deboli.
La sfida di oggi consiste nel sostenere, promuovere e far emergere il settore dell’usato perché esso esprima completamente le sue potenzialità e le metta a servizio del Paese.
I Soci di Rete Onu
I soci di Rete Onu rappresentano in modo equilibrato e completo i diversi settori del comparto dell’usato Italiano, sia per tipologie di organizzazioni, che per frazioni merceologiche.